Affrontiamo il caso studio di Influeppy – una startup per gli influencer che si pone l’obiettivo di mettere in contatto gli influencer all’interno della propria piattaforma con brand che necessitano di fare influencer marketing.
Il loro approccio non prevede solamente di porsi come semplici intermediari, ma vogliono regolamentare il rapporto tra brand e influencer, professionalizzare questi ultimi e supportarli nel loro lavoro.
Lo scenario
Per analizzare l’attuale scenario è stato necessario prendere in considerazione i due attori che guidano questo mercato e le problematiche che li colpiscono: influencer e brand.
I primi sono figure che hanno fatto dell’influencer marketing la propria professione, senza avere nessuna formazione particolare a riguardo, appoggiandosi ad agenzie di marketing e/o talent manager che gestiscono i rapporti con i brand e gli accordi in modo spesso poco trasparente. Il risultato è un generale malcontento degli influencer che hanno la percezione di non avere potere decisionale e contrattuale su quello che è il proprio lavoro. Ed è per queste problematiche che è stato pensato di creare Influeppy – una startup per gli influencer.
I brand dall’altra parte si sono resi conto nel tempo di avere bisogno di avvalersi di campagne di influencer marketing per stare al passo con la concorrenza e vendere di più. Ma spesso i risultati che ottengono con le campagne sono molto scarsi perché l’influencer non è “compatibile” con il proprio business oppure influencer poco professionali offrono un servizio impreciso, con ritardi nell’esecuzione o non all’altezza del budget ricevuto.
In linea generale si può affermare che sia un mercato non regolamentato e molto frammentato ed Influeppy si pone l’obiettivo appunto di diventare un punto di riferimento per brand e influencer, che regolamenta e organizza il lavoro e i rapporti tra le parti, fornendo ad ognuna di esse una garanzia di qualità, il rispetto degli accordi e un miglioramento dei risultati ottenuti.
Il progetto
Il progetto è stato sviluppato seguendo due fasi:
1. Una prima fase articolata su 8 workshop in cui abbiamo guidato i due founder della startup nella ricerca dei propri obiettivi e valori, nell’analisi e definizione precisa del business, del mercato e del proprio target ed infine abbiamo ragionato insieme su quali obiettivi focalizzarsi e sulla realizzazione di strumenti e tecniche utili ad aggredire con successo il mercato.
Questa fase inoltre ci ha permesso di ottenere numerose informazioni utili a costruire un prodotto che fosse totalmente in linea alle aspettative del cliente, che lo rappresentasse e soprattutto che lo aiutasse concretamente ad ottenere risultati.
Tutte le informazioni raccolte sono state in seguito utilizzate per realizzare una landing page dedicata agli influencer che permettesse alla startup di farsi conoscere e fare lead generation, pubblicizzarsi e accogliere al suo interno i primi influencer.
2. In una seconda fase, nata dalla necessità di avere un prototipo che rappresentasse in modo semplice il funzionamento della piattaforma da mostrare a brand, influencer e soprattutto investitori, abbiamo realizzato un prototipo su Figma funzionante con due flussi principali.
ll primo che rappresentava la piattaforma lato influencer con la possibilità di vedere appuntamenti, scadenze, contratti e altre features, mentre il secondo comprendeva la piattaforma lato brand, con la possibilità di ricercare gli influencer per interessi, conversion rate, costo, disponibilità oltre ad avere una panoramica sugli influencer già “assoldati” e sul loro lavoro.
Il nostro approccio e come è stato realizzato
“Per capire se qualcosa funziona, o più in generale, per far capire agli altri cosa si vuole fare e verificare il potenziale di mercato, non è necessario realizzare un prodotto completo in tutte le sue parti.”
In quest’ottica abbiamo cercato di guidare la startup in una direzione diversa rispetto a quanto inizialmente pensato dai due founder: realizzare strutture particolari e complesse, solo per verificare se il mercato avrebbe dato un responso positivo, sarebbe stato un enorme spreco di risorse da parte della startup, soprattutto in fase pre-seed.
Abbiamo quindi suggerito di muoversi su una linea meno “onerosa” in termini di tempo e denaro, strutturando in modo più solido la propria idea e la propria identità, attraverso i workshop da noi tenuti. In questo modo abbiamo tirato fuori gli elementi più importanti e con maggior priorità da portare immediatamente sul mercato e rimandato al futuro altri obiettivi meno importanti o troppo costosi da avere nell’immediato.
Successivamente abbiamo realizzato con Figma il prototipo funzionante che permettesse a chiunque di avere con immediatezza l’idea di ciò che propongono di fare.
Attraverso questo metodo la startup, con un investimento minimo, ha ottenuto un grande risultato in termini di strumenti a disposizione, materiali da mostrare a potenziali clienti ed investitori.